100Km del Passatore: storia di un’impresa
Nella notte tra sabato e domenica scorsi si è svolta la 35° 100Km del Passatore, storica ultra-maratona che prevede la partenza da Firenze e l’arrivo a Faenza, dopo il valico dell’Appennino Tosco-Emiliano al Passo della Colla (m. 913 s.l.m.).
Quest’anno c’era anche la Virtus, grazie a Michele Raule, che si è cimentato per la prima volta nella distanza. “Il Passatore” non è una vera gara, per la maggior parte degli iscritti è più un’impresa, una sfida con se stessi e con la strada per poter arrivare alla fine e dire “Ce l’ho fatta”.
E’ questo spirito che oggi vogliamo esaltare, la voglia di correre e di migliorarsi per raggiungere un risultato personale, un obiettivo, un sogno. Poco importano le 11 ore e 16 minuti impiegate, la 156esima posizione assoluta, o il 6° piazzamento di categoria. Per Michele il risultato c’è, sì, ma va oltre i numeri. Sta nella preparazione, nei duri allenamenti spesso notturni o delle prime ore dell’alba, per non rubare tempo alla famiglia. Sta in un sogno vecchio di 15 anni, che tutti avevano dichiarato impossibile da realizzare.
Questa storia ci riporta allo spirito della nostra società, alla voglia di promuovere l’atletica e offrire a ciascuno la possibilità di dare il meglio di sé. Alcuni sciocchi l’hanno frainteso chiamandolo “spirito di parrocchia”. Eh no, qui si fa sul serio. Avreste dovuto esserci, l’altra notte, a vedere quelle ombre dai passi stanchi, ma regolari, ritmati. Le gambe rigide dallo sforzo, i volti tirati dalla fatica, lo sguardo deciso di chi non vuole mollare. Era una di quelle scene che ti fanno venire voglia di correre. E’ con piacere che aggiungiamo quindi questo risultato tra i record sociali. Grande Miki!
Quest’anno c’era anche la Virtus, grazie a Michele Raule, che si è cimentato per la prima volta nella distanza. “Il Passatore” non è una vera gara, per la maggior parte degli iscritti è più un’impresa, una sfida con se stessi e con la strada per poter arrivare alla fine e dire “Ce l’ho fatta”.
E’ questo spirito che oggi vogliamo esaltare, la voglia di correre e di migliorarsi per raggiungere un risultato personale, un obiettivo, un sogno. Poco importano le 11 ore e 16 minuti impiegate, la 156esima posizione assoluta, o il 6° piazzamento di categoria. Per Michele il risultato c’è, sì, ma va oltre i numeri. Sta nella preparazione, nei duri allenamenti spesso notturni o delle prime ore dell’alba, per non rubare tempo alla famiglia. Sta in un sogno vecchio di 15 anni, che tutti avevano dichiarato impossibile da realizzare.
Questa storia ci riporta allo spirito della nostra società, alla voglia di promuovere l’atletica e offrire a ciascuno la possibilità di dare il meglio di sé. Alcuni sciocchi l’hanno frainteso chiamandolo “spirito di parrocchia”. Eh no, qui si fa sul serio. Avreste dovuto esserci, l’altra notte, a vedere quelle ombre dai passi stanchi, ma regolari, ritmati. Le gambe rigide dallo sforzo, i volti tirati dalla fatica, lo sguardo deciso di chi non vuole mollare. Era una di quelle scene che ti fanno venire voglia di correre. E’ con piacere che aggiungiamo quindi questo risultato tra i record sociali. Grande Miki!
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